domenica 25 marzo 2012

totem e tabù

"L'architettura è una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme" 

Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888


Immaginate di essere in luogo isolato, un'isola chiusa che deve bastare a se stessa. Immaginate di dover far fronte alla necessità più ancestrale di tutte: costruire un riparo. E immaginate che in questo clima un gruppo di ingegneri (o scienziati) inizi a cercare configurazioni che vanno oltre la prima e banale soluzione. Così in Italia: la conseguenza dell'embargo fu quella di rendere impossibile lo sviluppo tecnologico del legno e dell'acciaio. Non restava che continuare sulla “solida”” via del calcestruzzo.A metà degli anni 50 la pratica portò a un uso disinvolto del cemento armato che viene interpellato non solo per la triade plinto-pilastro-trave, ma anche per lo  studio di forme plastiche e membrane, un'occasione d'oro per personalità geniali come Morandi e Torroja. A questi pionieri va il merito del ribaltamento teoria-ipotesi: c'è l'intuizione spaziale controllata grazie al calcolo. Attraverso la lente della forma danno vita a vere e proprie sfide. Morandi sembra progettare inseguendo il limite: le sue strutture sono sempre più vicine all'attimo del crollo, sensazione amplificata dall'imponenza delle travi e dall'assurdità delle luci libere.Tecnica e arte sono fuse nello sforzo di mantenere un equilibrio che sembra una scommessa.Altro personaggio ispiratore è Eerno Sarinen che con umiltà e intelligenza affronta ogni progetto in maniera diversa, partendo dal contesto e dallo spazio con cui il manufatto intesserà relazioni; brucia i dogmi della generazione precedente e muove verso una ricerca plastica espressiva ed evocativa. Nel 1956 Saarinen è giurato al concorso per il nuovo auditorium di Sidney. Jorn Utzon ha sulle spalle il bagaglio dell'architettura funzionalista, scevra da rappresentazione figurativa ma nonostante ciò fa il salto:  progetta una suggestione, un simbolo privo di retorica e imbevuto di capacità comunicativa. E' il primo edificio a esistere perché in grado di informare, oltre che a funzionare molto bene.

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